A cinque anni Muriel Chemin inizia gli studi musicali sotto la guida di Jean e Marguerite Manuel, diplomandosi all’ Ecole Normale Alfred Cortot di Parigi nella classe di Blanche Bascourret de Gueraldi, conseguendo successivamente la Licence de Concert. Decide di perfezionarsi con Maria Tipo a Firenze e in seguito a Ginevra al Conservatoire de Musique, dove ottiene il Premier Prix de Virtuosité.
Tiene numerosi concerti a Parigi alla Salle Gaveau e al Théâtre de Paris e in altre città della Francia, in Italia, Svizzera, Austria, Germania, Regno Unito, Grecia, Turchia, Romania, Russia, Polonia, Cile e Stati Uniti, dove l’artista si esibisce non solo come solista ma anche in duo pianistico, in musica da camera e con orchestra, sotto la guida di direttori quali Árpád Gerecz, Umberto Benedetti Michelangeli, Nicolas Rauss, Daniel Barda, David del Pino Klinge, Simon Over, Maurizio Dini Ciacci, Nicolas Krauze.
Partecipa a diverse integrali delle Sonate e dei Concerti di Beethoven e Mozart, autori per i quali è unanimemente considerata come una delle interpreti più convincenti e originali. Grazie ad una personalità musicale di prim’ordine, ottiene il Primo Premio al Concorso Internazionale Hennessy-Mozart di Parigi suscitando l’entusiasmo della giuria, in particolare del presidente Paul Badura-Skoda. Anche il grande direttore d’orchestra Carlo Maria Giulini, ascoltandola nel 1998 nelle ultime tre sonate di Beethoven, ha per la pianista espressioni di forte ammirazione.
In occasione dei suoi concerti in Francia, l’eminente critico Philippe van den Bosch parla di Muriel Chemin come interprete di grande personalità e maturità. Gerard Honoré della rivista Répertoire sottolinea le splendide qualità introspettive dell’artista, in grado di restituire come pochi le linee del pensiero musicale in tutta la loro purezza. Le Monde de la Musique apprezza il profondo equilibrio di cui l’interprete dà prova, coniugando rigore, ricchezza spirituale e capacità di analisi.
In Italia è stata ospite di istituzioni musicali di prestigio quali l’Orchestra Regionale Toscana, il Teatro Alighieri di Ravenna, l’ Auditorium Verdi di Milano in duo con il violoncellista Alain Meunier. Ha inciso per la casa discografica Solstice, ha debuttato recentemente con la Southbank Sinfonia nel Regno Unito e ha tenuto concerti in Grecia con il Quatuor Psophos.
Nel 2012, in occasione del 150° anniversario della nascita di Claude Debussy, ha tenuto diversi concerti con i suoi 12 studi.
Vive a Venezia, dove è docente di pianoforte al Conservatorio di Musica Benedetto Marcello dal 2014. Molti suoi studenti sono stati premiati in concorsi internazionali.
La sua incisione delle Variazioni Diabelli di Beethoven, registrate nel 2017 per la casa discografica statunitense Odradek, ha ottenuto grandi consensi dalla stampa specializzata: Musicalifeiten, Le Monde, Diapason (5 Diapasons), Artamag, Piano News, ricevendo apprezzamento anche dalla Cina.
È regolarmente invitata in giurie di concorsi pianistici internazionali.
Rassegna stampa
– Chi è Muriel Chemin? Semplicemente una delle migliori interpreti di Beethoven. Sa essere al tempo stesso grandiosa e intima, un pianismo spettacolare il suo, in cui il rigore e la libertà danno in ogni momento significato alle sue interpretazioni. Hervé Pennven, Hebdo National
– Le scelte stilistiche di Muriel Chemin sono estremamente corrette e colgono appieno la posizione di cerniera che Beethoven occupa fra classicismo e romanticismo. Intelligenza musicale, chiarezza nella riproduzione della struttura e della fluidità del testo, il tutto sempre con una esattezza sentimentale che entusiasma. Alain Cochard, Diapason
– Muriel Chemin ricorda la purezza oggettiva di un Pollini di qualche anno fa, alla quale si aggiunge l’umorismo di un Brendel! Luc Nevers, Classica
– Il respiro, l’equilibrio dell’articolazione, il rigore, la densità espressiva e lo spirito analitico sono davvero notevoli. Patrick Szersnovicz, Le Monde de la Musique
– Le interpretazioni delle sonate beethoveniane n.21, 22, 23, 30, 31 e 32 di Muriel Chemin si collocano fra quelle di riferimento, eclissandone altre e lasciandoci il desiderio di ascoltare il seguito con impazienza. Formidabili la chiarezza, la precisione, il dinamismo e l’autorevolezza artistica. Philippe van den Bosch, Repertoire
– Tutto questo riunito ci dà un’ Appassionata da antologia, ispirata, visionaria, trascinata da uno slancio, se non addirittura una ferocia incredibile. Lei opera come una sintesi fra la frenesia furiosa di Schnabel, la meditazione poetiche di Arrau, l’inquietudine nervosa di Brendel III. Philippe van den Bosch, Répertoire
– …evocando piuttosto il pianismo di Arturo Benedetti Michelangeli… Gérard Honoré, Répertoire